“Inter mon aMou” ora anche in versione cartacea

Da oggi il mio libro sull’Inter, Inter mon aMou — La Seconda Grande Inter e i suoi nemici, è disponibile su Amazon anche in versione cartacea. Raccoglie gli articoli sull’Inter che ho pubblicato tra il 2008 e il 2012, e fino a questo momento è stato il mio ebook che ha venduto di più in assoluto nel Kindle Store (più di tutti gli altri miei ebook messi insieme). Per qualche giorno è stato anche al #1 della classifica Sport > Calcio di Amazon — e non è mai uscito, in quasi tre anni, dai Top100.

È il web che ce lo ha chiesto

… come titolerebbe la Gazzetta dello Sport.

La copertina dell'ebook di Inter mon aMou
La copertina dell’ebook

Chi mi segue da un po’ di tempo sa come la penso sugli ebook e sui libri cartacei. Per coloro che, invece, non mi seguono da tempo — e magari fanno anche bene — faccio un breve riassunto: da quando quasi cinque anni fa ho comprato il mio primo Kindle, ho salvato la vita a un sacco di alberi, e mi piacerebbe davvero che il mondo intero si adeguasse (senza contare che sono uno che trasloca spesso, e mi sono anche rotto le palle di farmi venire l’ernia ogni volta trasportando quintali di carta stampata).

E allora perché questa decisione?

Semplice: nei tre anni intercorsi dalla pubblicazione dell’ebook, ho ricevuto in media una richiesta a settimana per la versione cartacea. Le ho sempre ignorate — anche perché, fino a qualche settimana fa, la procedura per realizzare un libro di carta con Amazon era inutilmente complessa: ora, invece, con l’integrazione del processo all’interno di KDP non dico sia diventata una passeggiata, ma è di sicuro alla portata di tutti.

Le ho sempre ignorate, dicevo, fino a quando, qualche mese fa, ho iniziato a collaborare con ilMalpensante.com — che è un bellissimo sito che parla non solo di Inter, non solo di calcio, ma di sport in generale, e lo fa meglio di tanti quotidiani sportivi.

Da allora, le richieste per la versione cartacea di Inter mon aMou si sono moltiplicate a un ritmo che, sinceramente, non mi sarei mai aspettato.

Quindi ho interpellato il mio focus group di riferimento per l’interismo su Facebook, Serinasco (io il link ve lo metto, ma tanto è un closed group e funziona solo a inviti, sorry), chiedendo se sarebbero stati disposti a comprare una versione hardware di Inter mon aMou nonostante il prezzo — che sapevo sarebbe stato per forza di cose elevato — e, ancora una volta, i risultati sono stati sorprendenti.

Quindi ho deciso di realizzarlo.

Le dolenti note (il prezzo)

Il problema è che Inter mon aMou è un libro gigantesco. Se su Kindle non ce ne si accorge nemmeno, su carta invece sì.

Non avete idea — e non starò qui ad annoiarvi con i dettagli — degli sforzi che ho dovuto fare per mantenere il libro sotto le 700 pagine. Alla fine ci sono riuscito (sono 700 pagine tonde tonde).

Il peso di spedizione stimato da Amazon è di 1,2 kg.

Purtroppo, i costi di realizzazione di un libro di queste dimensioni sono molto alti. Ho operato taglietti qua e là — niente di cui vi accorgerete — e ho ridotto le dimensioni del carattere di stampa per raggiungere la fatidica soglia delle 700 pagine.

Perché era così importante?

Perché tenermi sotto le 700 pagine mi avrebbe permesso di mantenere il prezzo di vendita sotto una soglia accettabile.

E, infatti, trovate il libro su Amazon a €22,99.

Non vi mentirò — sarebbe stupido e ipocrita, e poi perché farlo? — raccontandovi che non ci guadagno niente: non è vero. A ogni copia venduta, entreranno nelle mie tasche circa €1,80/2,80 (dipende da tanti fattori).

Il fatto che vorrei aveste presente è che è meno di quanto guadagno con la vendita dell’ebook. Quindi, vi prego, se avete la possibilità e la volontà di scegliere, comprate la versione elettronica! 🙂

(Tanto per essere chiari fino in fondo: Amazon proponeva un prezzo minimo di 17 e qualcosa — prezzo al quale avrei guadagnato zero. Per arrivare alla soglia dell’euro a copia di guadagno — centesimo più, centesimo meno — dovevo salire… ma al tempo stesso non volevo assolutamente superare la barriera dei 25 euro.)

Indi: restringere il corpo del testo, ridurre le pagine, rientrare nelle 700.

Ci sono riuscito.

Copertina dell'edizione cartacea di Inter Mon Amou
La copertina (distesa) dell’edizione cartacea

Qualche estratto (i non-interisti saltino pure la sezione)

Come scrivo chiaramente nell’introduzione, e avendo ben presente che i lettori di questo sito non sono composti al 99% da interisti (come invece i lettori dei miei articoli su ilMalpensante o gli acquirenti di Inter mon aMou), ci tengo a ribadire: questo è un libro dedicato agli interisti. Chi non è interista si irriterà leggendolo, e poi mi scriverà, e poi mi insulterà, e poi… okay, avete capito.

Io vi ho avvisati: se non siete interisti e lo comprate, lo fate a vostro rischio e pericolo. (E non verrete rimborsati — o, almeno, non da me).

Fatta questa doverosa premessa, riporto qui un paio di passaggi — che, all’epoca dell’uscita, avevano avuto un enorme riscontro.

Il primo uscì su Facebook sotto forma di “nota”:

III. José Mourinho come Emmanuel Goldstein

[…] Il fatto è che il sistema non può sopportare la critica, non può e non deve tollerarla, pena la sua stessa sopravvivenza. Quando una voce si leva fuori dal coro e denuncia apertamente il sistema distorto in atto, essa assurge a emblema di tutto quanto è esecrabile, disprezzabile e condannabile.

Se avete familiarità con “1984”, conoscerete sicuramente quella che, a mio parere, è una delle pagine più acute e terrificanti in un romanzo che è già terrificante e straordinario dalla prima all’ultima riga: si tratta dei due minuti d’odio […] in cui gli impiegati dei Ministeri vengono riuniti in grandi sale e lasciati liberi di sfogare tutta la loro aggressività repressa contro la figura di Emmanuel Goldstein, che assurge a “nemico totale”.

A un certo punto, non ha più nemmeno importanza ciò che Emmanuel Goldstein ha detto o scritto: ciò che conta è lui, in quanto simbolo di tutto ciò che è contrario al sistema. Dopo la denuncia di “prostituzione intellettuale” e di “manipolazione mediatica” pronunciata da José Mourinho durante la conferenza stampa del 3 marzo, l’odio che è stato scatenato contro di lui dallo stesso sistema che lui ha attaccato ha avuto una virulenza spropositata, abnorme se paragonata all’entità dell’offesa. Trasmissioni televisive, articoli su articoli di giornali, pareri negativi chiesti ai pulpiti più improbabili: il sistema offeso non si è risparmiato alcuna arma, superando in violenza verbale qualsiasi attacco mai scagliato in precedenza contro chiunque.

E, cosa più importante, non tutti l’hanno attaccato in malafede. Perché il passo successivo del sistema è proprio far sì che i suoi stessi artefici credano essi stessi per primi a ciò che propagandano.

Ma andiamo a vedere, testualmente, cosa scrive Emmanuel Goldstein in “1984”, le parole del suo libro (fittizio, inventato da Orwell) che Winston, il protagonista, riesce a leggere di nascosto:
«Spacciare deliberate menzogne e credervi con purità di cuore, dimenticare ogni avvenimento che è divenuto sconveniente, e quindi, allorché ridiventa necessario, trarlo dall’oblio per tutto quel tempo che abbisogna, negare l’esistenza della realtà obiettiva e nello stesso tempo trar vantaggio dalla realtà che viene negata… tutto ciò è indispensabile, in modo assoluto.» (da “La teoria e la pratica del collettivismo oligarchico” di Emmanuel Goldstein; 1950)

Le similitudini con l’attacco portato da Mourinho al sistema-calcio e ai media italiani sono a dir poco inquietanti.

da “Teoria e pratica del Collettivismo Oligarchico”, 10 marzo 2009
José Mourinho e il gesto delle "manette"
Un gesto assurto a simbolo

Divertente, no?

E di seguito ne trovate un altro, questa volta tratto da un articolo pubblicato sul sito IoStoConMancini.

[…] Dopo lo scempio inverecondo andato in onda in mondovisione e orchestrato dal signor Ceccarini il 26 aprile del 1998, un Moratti indignato, lasciando il Delle Alpi, disse che gli arbitri soffrivano di “sudditanza psicologica” nei confronti della Juventus.

Non sapeva, il buon Massimo, che da quel momento in avanti quella definizione — di per sé assai felice, pur nella sua quasi ingenua pudicizia politically correct — sarebbe stata adoperata dapprima per giustificare l’operato di arbitri e di designatori poi condannati e smascherati dallo scandalo esploso nel 2006 e, in seguito, quando detto operato non poteva più essere giustificato in alcun modo decente, applicata “ad penis” per corroborare, di volta in volta, le aspirazioni di ritorno dei bianconeri, le lacrime spallettiane dei giallorossi e i proclami caciaroni e buzzurri dei rossoneri. In generale, oltre a un uso smodato che è stato perpetrato di questa definizione ai danni dell’Inter, è assurto ormai a prassi giornalistica asserire l’esistenza di una fantomatica sudditanza psicologica nei confronti delle “grandi” del calcio italiano.

[…] Ebbene, il fenomeno esiste. Esiste eccome, e ce l’abbiamo sotto gli occhi in media una volta alla settimana. […] Quando si tratta di Inter, infatti — e questo è un fenomeno che aveva già raggiunto livelli insopportabili durante l’era-Mancini, ma che si è esasperato al di là di ogni limite di umana sopportazione nel biennio di Mourinho — la reazione degli addetti ai lavori in toto (arbitri, guardalinee, designatori, allenatori, direttori sportivi, presidenti, giornalisti, pennivendoli, imbrattacarte) si trasforma, come per magia, dalla sudditanza psicologica a quella che io ormai definisco “scalpitanza psicologica”.

Scàlpitano, infatti, tutti i lorsignori, quando c’è di mezzo l’Inter. […] Ecco l’imperturbabile Rosetti — uno dei nostri migliori arbitri, e questa non è una giustificazione, ma un’aggravante — svestire improvvisamente i panni della sudditanza e indossare la scalpitante armatura psicologica inversa fischiando due rigori in quattro minuti contro i nerazzurri in Bari-Inter e mancando clamorosamente di espellere Bonucci per fallo da ultimo uomo a un metro dalla riga di porta. Un fallo da ultimo uomo che, invece, il signor Tagliavento — altro scalpitante candidato alla Scalpitanza Psicologica  — non si cura affatto di risparmiare a Walter Samuel per un braccio allargato otto metri fuori dall’area di rigore (più o meno dove è stato concesso il rigore a PierPiero la settimana prima). Dev’essere ormai un punto di orgoglio esibire la propria Scalpitanza Psicologica […]

Il confine tra Sudditanza e Scalpitanza è così labile che, se da una parte assistiamo a timide proteste genoane per un rigore assegnato a favore della Juventus per un non-fallo a metà campo e praticamente a nessuna protesta genoana per tre rigori assegnati e un gol in fuorigioco convalidato al Milan (che la partita la vince 5 a 2, fatevi i calcoli voi che l’aritmetica delle elementari l’abbiam fatta tutti), ecco che poi tutti scàlpitano dopo lo scandalosissimo derby Inter-Milan lanciando accorati appelli dalla cartigienica rosa che è diventata la un-tempo-gloriosa Gazzetta, titolando con commoventi e strappalacrime “Inter, ma perché?” un vergognoso fondo di risposta alle legittime indignazioni nerazzurre.

da “Scalpitanza Psicologica”, 23 febbraio 2010

Immagini di Ceccarini in Juventus-Inter del 24 aprile 1998
26 aprile 1998 – il giorno in cui nacque la “sudditanza psicologica”

In Inter mon aMou ci sono forse un centinaio di questi articoli (non li ho mai contati). Per un numero di pagine impressionante — di cui, prima di procedere alla realizzazione della versione cartacea, non avevo la minima idea.

Insomma, materiale a sufficienza per soddisfare tutti i Fratelli del Mondo che imperversano nel web.

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Cliccate qui sotto se volete leggere un ampio estratto:

Conclusioni

Il libro esiste. E, se esiste, devo ringraziare tutti coloro che, in questi anni, mi hanno scritto chiedendomi che esistesse.

E che mi hanno seguito e mi seguono, trasformando ogni mio articolo sull’Inter (e non solo quelli) in un piccolo mini-successo sul web.

È grazie a voi che ho trovato la voglia di lavorarci su una settimana, preparando copertina e quant’altro (pubblicherò a breve una guida per creare le copertine per i libri cartacei, proprio come ho fatto per le copertine degli ebook) per arrivare a un libro fatto di carta, come in così tanti mi avete chiesto in questi anni.

So long, and thanx for all the fish.

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